
Notre-Dame rimarrà chiusa al pubblico per cinque sei anni. Lo riferisce il sacerdote rettore. Pompieri, frontoni laterali a rischio crollo. I media francesi rivelano che la cattedrale non era assicurata, lo Stato è assicuratore di se stesso per gli edifici religiosi di cui è proprietario. Gran parte dei costi per il restauro della chiesa incendiata lunedì, quindi, sarà a carico delle casse pubbliche. Verranno in aiuto le sottoscrizioni della colletta privata, che ieri ha toccato 700 milioni di euro e dovrebbe superare oggi il miliardo. Intanto la Francia lancia un concorso internazionale per architetti per la ricostruzione della guglia.
Ancora forti preoccupazioni per il rischio crolli a Notre-Dame. Secondo il comandante dei pompieri, Gabriel Plus, “c’è una minaccia sulle ghimberghe”, i frontoni triangolari sui lati della cattedrale che una volta venivano sorretti dal tetto e che ora sono a cielo aperto. “Non si reggono più sul tetto, ma si reggono su loro stessi, sono quindi esposti al vento. Per questo motivo bisogna togliere del peso”. Secondo il parere di alcuni esperti, le ghimberghe potrebbero dunque essere in parte rimosse, per evitare che il loro crollo crei ulteriori danni, incluso al prezioso rosone.
Il primo allarme scattato per l’incendio di Notre-Dame sarebbe stato ignorato a causa di un bug informatico. Lo scrive Le Parisien secondo cui due agenti della sicurezza – ascoltati dalla polizia – hanno detto che il focolaio era stato localizzato alla base della guglia, lato Senna, ma di essere stati indirizzati verso un punto sbagliato da un bug informatico nel sistema. L’origine delle fiamme è stata dunque trovata molto più tardi.