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Cittadinanza a Ramy, lo stop di Salvini

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Ramy Shehata ospite della trasmissione ''Porta a porta'' condotta da Bruno Vespa, Roma 25 marzo 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Luigi Di Maio rilancia sulla cittadinanza a Ramy, uno dei ragazzini ostaggi di Ousseynou Sy che per primo è riuscito ad avvisare le forze dell’ordine durante il sequestro del bus sulla Paullese. “Su Ramy – scrive Di Maio su facebook – confido in una rapida risoluzione per quanto riguarda la cittadinanza per meriti speciali. Come sapete nei giorni scorsi ho scritto anche ai ministeri competenti per fare in modo che la sua pratica arrivi presto al Consiglio dei Ministri. Mi aspetto che accada. Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è d’accordo. Non stiamo a girarci troppo intorno. Diamo la cittadinanza a quel bambino”.

“Voglio diventare italiano, sono nato qua. Volevo vedere cosa sarebbe successo a Salvini se tutti fossero morti. Tutti sarebbero andati contro di lui. Se tutti lo ringraziano è grazie a me”, ha detto Ramy. Sulla cittadinanza “Salvini all’inizio ha detto sì, poi no. Di Maio vuole darmela, quindi mi fido Di Maio”, ha aggiunto.

SALVINI –  “Stiamo facendo tutti gli approfondimenti del caso. Purtroppo a stasera non ci sono gli elementi per concedere la cittadinanza” a Ramy. “Le cittadinanze non le posso regalare e per dare le cittadinanze ho bisogno di fedine penali pulite. Non parlo dei ragazzini di 13 anni ma non fatemi dire altro”, ha detto Salvini. “Se qualcuno la cittadinanza non l’ha chiesta e non l’ha ottenuta dopo 20 anni – ha aggiunto rivolgendosi ai giornalisti – fatevi una domanda e datevi una risposta sul perché”.

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