Si celebra il 10 novembre la Giornata Mondiale della Scienza per la Pace e lo Sviluppo, proclamata dall’Unesco nel 2001. Obiettivo della iniziativa è quello di ricordare alla collettività, alle istituzioni, agli attori politici e mediatici che, senza gli sviluppi scientifici, non può esistere progresso.
Alla mobilitazione internazionale partecipa l’Istituto Pasteur Italia, promuovendo un evento dedicato al tema “Scienza è progresso: un diritto dell’umanità”, che è diritto alla “salute di tutti”. Quest’ultimo può essere realizzato con una collaborazione scientifica nazionale e internazionale e l’apporto dei decisori politici e delle istituzioni di ricerca, vale a dire università, enti e imprese. Nell’ambito dell’iniziativa è stata lanciata la prima Campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Parola d’ordine: ricerca”.
GLI INVESTIMENTI IN RICERCA – In Italia il livello di investimenti in ricerca e sviluppo supera di poco l’1% del Pil, la metà della media dell’Ue, con i paesi più competitivi allineati all’obiettivo del 3% da raggiungere entro il 2020. Gli stanziamenti del ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca agli enti pubblici di ricerca sono scesi dai 1.857 milioni del 2002 ai 1.483 milioni del 2015. Negli ultimi 10 anni gli investimenti pubblici in R&S in Italia sono diminuiti di oltre il 20% e non meglio è avvenuto per gli investimenti privati. Nel 2016 l’Italia ha investito in ricerca pubblica e privata appena 21,6 miliardi di euro, contro i 33 miliardi investiti dal Regno Unito, i 50 miliardi investiti dalla Francia e i 92 dalla Germania. E sono questi i Paesi che accoglieranno molti dei 30mila studiosi che, si stima, l’Italia ha perso e perderà nel decennio 2010-2020. In controtendenza l’Istituto Pasteur Italia dà un contributo per evitare la “fuga” di energie intellettuali, stanziando fondi e sensibilizzando il grande pubblico.
L’impegno dell’Istituto Pasteur Italia si distingue nel panorama nazionale per sforzi e continuità nei riguardi dei ricercatori dei Laboratori Pasteur Italia e dei ricercatori di Sapienza Università, affiliati all’Istituto Pasteur, tutti “ricercatori che restano”, con risultati scientifici eccellenti, come ha ricordato a febbraio 2018 Nature, sottolineando che si deve all’Italia il 10%, delle scoperte scientifiche più citate al mondo.